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Chiesa di Salboro

Tensostruttura - Padova

La chiesa di Salboro, per seicento persone, è stata concepita come vano a pianta esagonale, con lati di 18 metri di luce circa, nel quale una forte dissimmetria altimetrica evidenziasse il presbiterio, disposto in corrispondenza ad uno dei vertici dell'esagono. La struttura scelta è stata una tensostruttura composta da due ordini di funi, agganciate ad un anello di bordo impennantesi procedendo dall'ingresso principale verso il presbiterio, ha permesso di modellare plasticamente il volume assecondando le scelte formali.
I pilastri d'ambito sostenenti l'anello d'imposta della tensostruttura, è stato realizzato in calcestruzzo lavorato a vista. Il manto della copertura comprende materiali termicamente isolanti ed è chiuso superiormente con lamiere di rame. Il graticcio di funi è stato evidenziato con tinta chiara, rispetto alle lamiere grecate di soffittatura, preverniciate di azzurro. 
La rete di funi ha assunto una configurazione geometrica prossima ad un paraboloide iperbolico, con piano tangente al punto di sella, inclinato rispetto all'orizzontale in modo da ottenere al di sopra dell'altare una maggiore altezza della copertura di oltre 11m rispetto all'opposto punto perimetrale. Le quote dell'anello sono infatti risultate di 19,5m e di 8,5m in corrispondenza dell'estremità dell'asse suddetto, mentre si sono ridotte a 6,5 metri in corrispondenza degli ingressi laterali.
Si è scelta come asse dell'anello di bordo, la linea di intersezione del paraboloide iperbolico con i piani verticali passanti per i lati del contorno esagonale della pianta. Per limitare al massimo le deformazioni dell'anello, la sua sezione è stata scelta a forma di parallelogramma, con l'asse maggiore di inerzia tangente alla superficie della rete nella configurazione corrispondente all'applicazione dei carichi permanenti. Si sono adottate funi spiroidali di 22mm di diametro per il gruppo disposto con la concavità verso il basso, e di 19mm per il gruppo con la concavità verso l'alto.
La rete è composta di maglie quadrilatere con lati di 1,5 metri. Le funi sono mutuamente collegate in corrispondenza a ciascun nodo con morsetti appositamente studiati cui è affidato anche il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci per il sostegno delle lamiere. Con tale sistema si è garantito che i carichi agissero esattamente in corrispondenza ai nodi della rete. Per trasmettere gli sforzi delle funi all'anello si sono adottati due tipi di ancoraggi: uno di tipo fisso, ed uno permanente regolabile, alternati alle estremità di ciascuna fune. Gli ancoraggi regolabili ricalcano le caratteristiche di ancoraggi adottati nelle travi precompresse post-tese a manicotto filettato. La configurazione iniziale della rete è stata rilevata sperimentalmente su modello. La rigidezza conferita all'anello di bordo è risultata tale da limitare ad effetti trascurabili la ripercussione delle sue deformazioni sulla configurazione della rete. 
La rete di funi è stata montata nel settembre 1971 in 72 ore.

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